Gesù nasce in cattedrale. È questo il messaggio del presepio dei seminaristi di Fermo. Invece di nascere in una capanna, quest’anno la natività è dentro la cattedrale di Fermo, ricostruita in miniatura senza tralasciare nessun particolare. La facciata invece di essere in pietra d’Istria è di polistirolo riciclato. Ma non mancano le sottili lesene, l’elegante portale con fasci di colonne scolpite, il grande rosone con dodici colonnine. Non mancano i marmi policromi dell’ultima parte della torre campanaria. Non manca neppure una ricostruzione del parco del Girfalco con la sua fontana.
Dunque Gesù può nascere anche in cattedrale. Sembra un’eresia. Per qualcuno è scontato. Per qualcuno è blasfemo dire che Gesù nasce in una chiesa. E poi quale chiesa! La chiesa madre di una diocesi: la cattedrale.
Però, a pensarci bene, a volte molti dimenticano che la chiesa è la dimora del Dio-con-noi. Molti considerano le chiese e la cattedrale solo come museo. Il luogo più sacro della cattedrale non è l’altare, né la cattedra da cui il vescovo insegna. Il luogo più fondamentale è il tabernacolo che è la casa stabile di Gesù vivo ogni momento. La presenza reale di Gesù nel pane consacrato viene riconosciuta da una lampada votiva rossa che dovrebbe indicare di fermarsi, come davanti ad un semaforo rosso. Nell’attesa del silenzio riflettere sul Dio nascosto nei panni di un bambino, nascosto in un tabernacolo, dentro una pisside, velato nel sacramento del pane. Ma è vivo. Ed è sempre lì che aspetta un saluto.
Quest’anno i seminaristi hanno voluto ricordare a tutti che Gesù non solo nasce in cattedrale e in ogni chiesa della diocesi, ma vive dentro ogni chiesa, lì pone la sua tenda fra di noi. Per sempre. È questo il messaggio di Marco e Andrea, gli ideatori di tale presepio, aiutati anche dagli altri seminaristi.