Giovedì 7 Febbraio i Seminaristi dell’Arcidiocesi di Fermo hanno partecipato al ritiro mensile del clero diocesano, che si è tenuto a Sant’Elpidio a Mare, nella parrocchia omonima, ospiti del parroco Don Enzo Nicolini. Si tratta di momenti fondamentali nella vita dei sacerdoti diocesani, in cui si sospendono le occupazioni quotidiane per mettersi in ascolto della Parola del Signore, e si sperimenta la fraternità e la gioia di appartenere all’unico presbiterio, riunito attorno al Vescovo.
Il tema scelto per i vari incontri di quest’anno è costituito dalla riflessione sulle Beatitudini evangeliche, commentate e approfondite da biblisti ed esegeti. Giovedì abbiamo avuto la possibilità di ascoltare una meditazione di padre Roberto Cecconi, religioso passionista, docente di Esegesi nell’ITM e nell’ISSR, sul Vangelo di Matteo 5,6-8 “Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”.
Padre Roberto ha iniziato sottolineando come la chiave per la comprensione delle Beatitudini sia la gioia, l’esultanza, per una vita vissuta in profondità e secondo la natura più autentica dell’uomo (“Beato cioè felice”).
Circa la Giustizia, essa non è altro che la volontà di Dio su di noi, da ricercare e realizzare “come affamati ed assetati”, perché solo in essa troviamo la nostra garanzia e la nostra piena realizzazione come esseri umani. L’essere saziati, ha poi spiegato, rimanda alla pienezza escatologica, che trasfigurerà la nostra esistenza; la vita eterna inizia già ora, ma troverà pieno compimento solo nel Signore. Padre Roberto ha aggiunto che, troppo spesso, anche la Chiesa, occupata nelle necessarie opere sociali e caritatevoli vissute in maniera troppo orizzontale, dimentica questo aspetto, perdendo di intensità nel suo ministero.
Parole stupende sono state poi pronunciate a proposito della Misericordia, intesa come capacità di avere lo sguardo rivolto verso gli altri e non ripiegato su se stessi, e di com-patire assieme a chi vive la sofferenza. Piste per declinare questa Beatitudine potrebbero essere l’ascolto delle persone (“Non è una perdita di tempo!”), la vicinanza ai malati, il saper perdonare le offese – esperienza di bellezza e testimonianza eloquente per il mondo-, l’accompagnamento spirituale (“Troppi ragazzi con il desiderio di consacrarsi non trovano qualcuno capace di ascoltarli e guidarli”), lo sforzarsi di andare d’accordo “con chi ci è estraneo caratterialmente e ci è antipatico”.
Per concludere, a proposito della Purezza di cuore, il religioso ha spiegato che il cuore, nella cultura biblica, è il centro della vita interiore e degli affetti: un cuore puro è un cuore riunito, indiviso, non “spezzettato” in vari desideri e centrato nel Signore, capace pertanto di respingere ciò che non è conforme alla Sua Volontà e quindi morto al peccato. In questo senso in ogni Eucarestia possiamo morire al peccato e rinascere con Cristo a vita nuova, progredendo in questa via. Proprio per questo motivo Padre Roberto ha esortato i suoi confratelli nel Sacerdozio a stare attenti a non legare a sé le persone di cui si occupano, comportandosi piuttosto da “ponti” che conducono al Signore. Dopo la meditazione ed un tempo prolungato di silenzio per riflettere, i sacerdoti dell’Arcidiocesi si sono divisi per piccoli gruppi di lavoro, condividendo le loro riflessioni e quanto lo Spirito ha suscitato loro.
Il ritiro si è infine concluso con un pranzo a base di baccalà, preparato dalle solerti cuoche di Casette d’Ete, offerto dal parroco Don Enzo.
La comunità dei Seminaristi